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Meno soldi ma servizi e motivazione così gli incentivi al tempo della crisi

Meno soldi ma servizi e motivazione così gli incentivi al tempo della crisi

Articolo riportato da Repubblica in LAVORO E PROFESSIONI

di ANDREA RUSTICHELLI

… L’assottigliamento dei bilanci aziendali ha posto un vero rompicapo ai responsabili delle risorse umane: in epoca di magra, come aumentare la produttività dei dipendenti e tenersi stretti gli elementi migliori, mettendoli al riparo dagli ammiccamenti dei competitor? E sorprendente appare la via d’uscita: non di solo denaro vive la fedeltà e la resa dei dipendenti. In altre parole, il mero benefit cede il passo a un concetto più sfumato e meno materiale: la motivazione.

 «In effetti, non bastano le gratifiche economiche per assicurarsi gli elementi più validi», sottolinea Filippo Abramo, presidente AIDP (Associazione italiana per la direzione del personale).

«I capi d’azienda e direttori del personale si rendono conto sempre di più che è fondamentale coinvolgere i manager nelle decisioni, renderli partecipi e responsabili della vita d’impresa: questo è spesso un incentivo più importante del denaro. Un altro tema fondamentale è poi quello dei servizi ai dipendenti, oltre la logica del benefit. Per esempio, le aziende che offrono l’asilo nido interno suscitano, soprattutto nelle dipendenti, un senso di appartenenza di gran lunga rafforzato».

Di «grave deficit motivazionale» in Italia, sia nel pubblico che nel privato, parla Paolo Iacci, presidente Bcc CreditoConsumo, una startup bancaria che ha circa un anno di vita (Iacci è anche vicepresidente Aidp, l’assiciazione dei direttori del personale). «Quando abbiamo messo in piedi la nostra azienda – dice abbiamo voluto dare forte priorità al tema della motivazione: grande rilevanza ha avuto per noi il mix delle persone, dal primo all’ultimo dei collaboratori. La chiarezza nei compiti, nei ruoli e nelle responsabilità è un’altra leva decisiva. Abbiamo poi puntato sulla formazione ricorrente, che dà il senso dell’investimento sulle persone».

Gli esperti delle risorse umane … distinguono ora tra “incentivi motivanti” e “fattori di manutenzione”, …

«Ora si sta lavorando sugli incentivi non monetari, che fanno leva sulle risorse interne delle persone», spiega Gabriele Gabrielli, docente di Organizzazione e gestione delle risorse umane alla Luiss di Roma …

«Un aumento di stipendio ovviamente fa sempre piacere, ma suscita una motivazione poco durevole. Gli incentivi non monetari, viceversa, sono i più motivanti: per esempio, l’affidamento di mansioni che corrispondano alle aspettative e alle aspirazioni del dipendente».

La formazione e lo sviluppo …
Da qualche anno si stanno facendo strada approcci psicologici alla motivazione delle risorse umane, come il counseling e il coaching, che hanno matrici molto simili.

… «Le insoddisfazioni e i disagi, la scarsa valorizzazione delle competenze individuali incidono profondamente sul benessere, la motivazione e, in ultima analisi, sulla produttività dei lavoratori», afferma Claudia Montanari, fondatrice e presidente dell’ASPIC, Scuola superiore europea di counseling professionale.

«Quando … si riducono i livelli di motivazione e coinvolgimento e aumentano quelli di ansia, di stress, di impotenza, di alienazione, può essere opportuno un intervento di counseling.


In questo scenario, un ruolo pregnante comincia a giocarlo anche la dimensione sociale nel cosiddetto team building.

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2 Commenti

  1. Concordo con questi Uomini e Donne HR, oggi sono molto importanti i servizi, che si tratti di asili nido o biglietti per la partita, come pure la formazione che ti permette di avanzare, come anche un miglioramento nel lavoro stesso. Se poi ci sono terze persone, pazienza …

  2. Ciao Paolo,

    mi fa piacere la tua sensibilità agli asili nido, forse sei papà, o conosci qualcuno che è genitore e saprai quante corse fa, il mattino ma soprattutto la sera … comunque hai ragione investire in servizi, oserei dire necessari, alle persone per poter lavorare più serenamente è davvero un'esigenza.
    proprio ieri parlavo con una collaboratrice di un'azienda mia cliente, che mi esponeva la sua perplessità nel rientrare a tempo pieno, ora che è in maternità del primo figlio.
    Non mi dilungo, non voglio annoiare, ma davvero talvolta siamo di fronte ad aziende con mentalità talmente retrograde che rischiano di perdere risorse preziose per paura di cambiare …

    cambiamento in azienda, se riscuote interesse, potrei fare qualche post …

    grazie Paolo, continua a seguirmi

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